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Integrare Linux in un dominio WinNT/2000 con Winbind

24 Ottobre 2011 Commenti chiusi

Articolo tratto da OpenSkills.info adatto a scenari d’integrazione Linux in domini Windows. L’articolo originale è disponibile qui

Articolo di Fulvio Ferroni
adattato per OS.
https://didattica.swlibero.org/docs/linuxmagazine/ferroni24.html

In questo articolo voglio affrontare una problematica un po’ particolare ma secondo me molto interessante: l’integrazione di una macchina Linux (ovviamente equipaggiata con Samba) in un dominio NT o in una active directory Windows 2000 grazie all’utilizzo di Winbind.
Per integrazione qui intendo l’eventualità che la macchina Linux entri a far parte effettivamente del dominio o della active directory ma anche e soprattutto che l’autenticazione degli utenti Linux (attenzione: utenti Linux, non utenti Samba) avvenga presso il Primary Domain Controller Windows.
Credo che questa possibilità sia molto interessante in quelle situazioni in cui si voglia introdurre Linux in un ambiente di rete già consolidato su piattaforma Windows, senza dover essere costretti a ridefinire tutti gli utenti nel nuovo ambiente.
Il contesto cui faccio riferimento è una rete scolastica, visto che è nelle scuole che svolgo la mia attività professionale, ma la soluzione prospettata può essere validamente attuata anche in altri ambienti.
Immagino già le obiezioni dei “puristi” circa l’opportunità di “convivere con il nemico” anziché sostituire i prodotti proprietari con software libero, da preferire per i motivi etici, filosofici, didattici, economici già più volte illustrati nelle pagine di questa rivista; il fatto è che molte volte questo non è possibile, o almeno non “subito”. In certi casi è necessario almeno un periodo di “affiancamento” nel quale introdurre gradualmente Linux ed il software libero anche per permettere che nel frattempo si formi e si diffonda una “cultura” sufficiente per l’uso proficuo e la gestione di questi strumenti.
La procedura qui esposta è stata usata su una RedHat 7.3 ma è applicabile anche su altre distribuzioni.
Dalla versione 8.0 RedHat permette di configurare il login su un dominio NT direttamente tramite il comando custom authconfig, rendendo queste operazioni decisamente più semplici.

CONFIGURARE GLI STRUMENTI NECESSARI
Winbind è un nuovo software entrato a far parte dell’insieme degli strumenti della suite Samba dalla versione 2.2.2 ed è contenuto nel pacchetto rpm samba-common. Ne fanno parte 2 librerie per il Name Service Switch (nsswitch) e il Pluggable Authentication Modules (PAM), un programma di utilità, wbinfo ed un demone, winbindd, che permettono agli utenti di accedere alla macchina Linux (e a quei servizi che prevedono l’autenticazione PAM) usando le informazioni di account già presenti in un Domain Controller Windows.
Più in dettaglio winbindd fornisce informazioni su utenti e gruppi NT a nsswitch che è un servizio presente ormai in tutte le moderne librerie C e che permette di ottenere i dati relativi ad utenti, gruppi ed host da vari tipi di fonti diverse (NIS, DNS e adesso anche Winbind); il servizio di autenticazione viene invece garantito dalla presenza di un apposito modulo PAM.
Vediamo le operazioni da compiere per raggiungere il risultato voluto (le prove sono state fatte su una macchina Linux con RedHat 7.3, Samba 2.2.3, inserita in una rete gestita da un PDC NT 4.0 denominato ANDREA:

1) Modifiche a smb.conf
Nel file di configurazione di Samba /etc/samba/smb.conf, inserire nella sezione [global] le seguenti direttive:
; nome del dominio NT
workgroup name = PALLADIO
; gestione password criptate
encrypt password = yes
; impostazioni sul server PDC
security = domain
password server = *
; impostazioni per il demone winbindd
winbind separator = +
winbind uid = 10000-20000
winbind gid = 10000-20000
winbind enum users = yes
winbind enum groups = yes
template shell = /bin/bash
template homedir = /home/%D/%U

Qualche commento sulle opzioni che permettono di configurare il demone winbindd:
con winbind separator si imposta il carattere con cui si combinano nome di dominio e nome utente NT in modo da formare il nome utente Linux; è consigliato scegliere un carattere diverso da quello di default “\” che può dare problemi in quanto ha un significato speciale nella shell; la scelta del carattere “+” dovrebbe essere la migliore.
winbind uid e winbind gid permettono di impostare i range di ID utenti e gruppi che winbind utilizza per “rimappare” gli utenti e gruppi windows in utenti e gruppi Linux.
winbind enum users e winbind enum groups permettono di attivare l’enumerazione di gruppi e utenti.
template shell e template homedir permettono di definire rispettivamente la shell e la home directory degli utenti; si noti l’uso delle “variabili samba” %D = nome dominio NT e %U = nome utente NT (nel caso in esame l’utente PALLADIO+pippo avrà come home directory /home/PALLADIO/pippo).

2) Modifiche a nsswitch.conf
Nel file /etc/nsswitch.conf, contenente la configurazione del servizio nsswitch, occorre aggiungere winbind tra le sorgenti dei dati riguardanti utenti e gruppi.
Quindi le relative righe, che solitamente appaiono nel seguente modo:
passwd: files
group: files
devono divenire:
passwd: files winbind
group: files winbind

L’ordine con cui vengono elencate le fonti è significativo e in questo caso viene opportunamente lasciata la priorità nel reperimento delle informazioni ai file di sistema (passwd e group).

3) Modifiche ai file di configurazione del PAM
Questa è la fase più delicata e “pericolosa”: operazioni maldestre compiute sui file di configurazione contenuti in /etc/pam.d/, possono condurre all’impossibilità di effettuare il login o a permettere a tutti di entrare senza password o ad altri inconvenienti simili. E’ quindi opportuna una copia dei file che ci si accinge a modificare ed è anche consigliabile tenersi aperta una task di riserva come “root” in modo da poter tornare sui propri passi in caso i test non diano esiti positivi.
Sarebbe inoltre opportuno un approfondimento circa l’uso del PAM che è uno strumento molto versatile e potente ma che non è possibile effettuare in questa sede.
Vediamo quindi solo le modifiche che ho apportato nell’ambito delle mie prove:
nel file /etc/pam.d/system-auth ho aggiunto la riga
auth sufficient /usr/lib/security/pam_winbind.so
dopo la prima riga auth già presente e ho trasformata la riga
auth sufficient /lib/security/pam_unix.so likeauth nullok
in
auth sufficient /lib/security/pam_unix.so likeauth nullok use_first_pass
nel file /etc/pam.d/login ho aggiunto le seguenti due righe, rispettivamente come prima riga account e come ultima riga session required:
account sufficient /lib/security/pam_winbind.so
session required /lib/security/pam_mkhomedir.so skel=/etc/skel/ umask=0022

In particolare l’ultima è molto interessante in quanto fa si che venga creata automaticamente la home directory dell’utente nel momento in cui questo si collega per la prima volta alla macchina Linux; facendo riferimento alle impostazioni illustrate in precedenza, nel momento in cui si collega l’utente PALLADIO+pippo viene creata la sua home directory /home/PALLADIO/pippo (questo naturalmente se e solo se la directory /home/PALLADIO già esiste).
Un’ultima osservazione circa la modifica al file system-auth; essendo la sua configurazione usata in molti altri file di configurazione di PAM (e non solo in login) attraverso il modulo pam_stack, può essere una buona idea lasciarlo inalterato, copiarlo e modificare la copia nominandola ad esempio system-auth-winbind. Ovviamente i riferimenti al file system-auth contenuti nel file login dovranno essere opportunamente modificati.

4) Attivazione e test
Occorre prima di tutto inserire la macchina Linux nel dominio NT agendo sul server NT con il Server Manager ed eseguendo su Linux il seguente comando:
smbpasswd -j PALLADIO -r ANDREA -U Administrator
Se tutto va bene dopo aver digitato la password (che Administrator ha su NT) si ottiene il messaggio:
Joined domain PALLADIO
A questo punto si possono attivare i servizi smb e winbind e testare il buon funzionamento di quest’ultimo con i comandi
wbinfo -u
wbinfo -g

per ottenere rispettivamente l’elenco degli utenti e dei gruppi del dominio.
E’ anche possibile avere un elenco di tutti gli utenti e gruppi sia quelli del dominio che quelli “nativi” di Linux con i comandi:
getent passwd
getent group

Infine si può procedere alla prova più importante cioè quella di accreditamento sulla macchina Linux di un utente già esistente nel dominio NT; al login si scrive il nome utente secondo la sintassi stabilita (nel nostro caso “PALLADIO+pippo” ) e la password di quell’utente nel dominio NT.
Nel mio caso, al login appare un messaggio di errore: “[: too many arguments” abbastanza misterioso; non sono riuscito a stabilirne l’origine anche dopo ricerche in Internet, comunque non influisce in alcun modo sul buon esito delle operazioni effettuate dall’utente.
E’ anche possibile ottenere l’accreditamento degli utenti per altri tipi di servizi a patto che questi abbiano il supporto per il PAM; ad esempio nella macchina oggetto delle prove era attivo il login grafico con gdm e per ottenere che il meccanismo funzionasse anche in questa modalità è stato necessario aggiungere al file /etc/pam.d/gdm la linea:
session required /lib/security/pam_mkhomedir.so skel=/etc/skel/ umask=0022

CONCLUSIONI
Grazie all’uso di Winbind in associazione con gli altri strumenti di Samba gli amministratori di rete hanno la possibilità di far convivere piattaforme diverse sfruttando il data base di utenti e gruppi definito in un preesistente ambiente Windows.
Questa è una ulteriore conferma della bontà della scelta di GNU/Linux, e del software libero in generale, a livello di “apertura” e di possibilità di integrazione tra ambienti diversi. E’ inoltre una conferma dell’attenzione che gli sviluppatori di questi programmi dedicano a tali argomenti e del grande vantaggio che in questo settore il software libero ha nei confronti di molto software proprietario che molto spesso è caratterizzato da soluzioni chiuse se non addirittura “blindate”.